“Fratricida!”

“In un giorno come questo, due fratelli di sangue, si scontreranno, finché Morte non cogliera uno dei due  …”

Queste furono le paroledella Indovino del Clan di cui facevano parte due valorosi guerrieri Celti.

 

In quel momento l intero clan era riunito intorno all lndovino che invoco gli Dei mentre due sacerdoti fecero entrare un cervo, che bramiva.

I muscoli delle spalle e delle braccia si flessero facendo scorrere quella forza attraverso e dentro di essi, fino alle mani che stinsero l ampio palco del maestoso animale facendolo avanzare fino al centro della caverna circolare.

Tutti i presenti avevano il volto o parti di esso truccato con un pigmento blu mentre il nero accentuava l intensità degli sguardi…anche le braccia e il petto erano ornati con gli stessi colori.

Disegni che raffiguravano alberi dai rami che si intrecciavano o draghi o serpenti che su fronteggiavano minacciosi a fauci spalancate, piene di zanne ricurve.

Mentre il clan indossava tuniche marroni o verdi oliva, talvolta cerulee, l Indovino e i suoi Sacerdoti indossavano vesti diverse.

I giovani che avevano votato la propria vita agli Dei, indossavano tuniche bianche a spalla e sulla parte sinistra del viso portavano tatuata una Vipera nera che circondava l occhio azzurro e , attraversando la guancia ondeggiando, toccava con la punta della coda la congiuntura delle labbra.

Lo stesso simbolo era inciso sul pettorale sinistro secondo una antica usanza: il giovane non doveva cedere ai piaceri della carne; doveva rimanere saldo e indifferente nudo in piedi sotto una cascata d acqua gelida che sgorga va dalle montagne.se superava il gelo dell acqua, arrivava la parte più importante. Lo scopo. L lndovino prendeva uno stile acuminato e ne arroventava la punta sulle fiamme. … I battiti aumentavano di colpo nel petto mentre l occhio vitreo si volgeva verso quello del giovane.

“Sei pronto? ”

“Sì maestro”, ma la paura trasudava attraverso tutto il corpo.

“Ricevi la Vipera simbolo di eterna rigenerazione. Vita Morte Rinascita: tutto scorre sulle squame del serpente. E nel suo movimento come le onde di un ruscello o un imponente cascata”; iniziava a incidere … Ogni squama era stata un respiro di sofferenza.

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Il Cervo venne portato al centro dela sala davanti al braciere circolare da cui saliva un denso fumo verde-blu. L Indovino agito la mano attraverso di esso respirandolo; improvviso cadde quasi al suolo gli occhi rivolti alla indietro.

“Un giorno. … fratello – adesso l occhio vitreo riluceva di una luce azzurra – ucciderà il …. fratello”, crollò a terra. “Chi? Quando? “, chiese allarmato qualcuno.

Due sacerdoti lo aiutarono a rialzarsi mentre un altro trascrive va la visione.

“Che un fratello ucciderà l altro ma chi?”, ” gli dei non mi mostrano volti non dicono nomi. So solo che accadrà.”

Un giovane gli passò un pugnale di ossidiana nera; l lndovino poggio la fronte contro quella del cervo e lo guardo negli occhi scuri e lucenti.

“Grazie fratello per il tuo sacrificio,” “onore a te signore delle foreste.”

Mantenendo lo sguardo in quello dell animale gli taglio la gola: verso il sangue che uscì in un fitto violento nel braciere.

E immerse due dita nel liquido disegnandosi sul volto due linee parallele sotto l occhio.

Anche i sacerdoti fecero lo stesso tracciandosi due onde sulla guancia destra.

Il fuoco diffuse l odore acre del sangue.

Quel giorno onorarono il cervo consumandolo; le ossa e il teschio allungato vennero bolliti finché la carne rimasta non si fu staccata del tutto.

Giorni dopo facevano parte dell insegna di guerra. Il teschio era stato montato in coma a un alta asta di bronzo dorato e le costole legate al centro.

Il tempo passava e tutti guardavano con sospetto l altro.

Finché scoppio un aspra lite fra Aerk e Daert due fratelli per il posto di nuovo comandante dell armata.

Agli insulti seguirono pesanti offese e presto le lame si scontrarono  …

Sangue … l erba i cui fili ondeggiano come le onde di un mare di verdi fiamme.

I muscoli pronti a scattare le mani vicine alle else delle spade. Le tuniche marroni rifinite di motivi cerulei raffiguranti draghi e serpenti che si intrecciavano.

Così come sulla stoffa, così come sugli avambracci, braccia, all unione dei pettorali e sulla schiena.

I draghi e i serpenti sibilavano minacciosi a fauci spalancate, piene di zanne ricurve.

Sibilavano e respiravano insieme a chi li portava sulla  pelle. Infondevano forza determinazione e coraggio a Aerk, se mai ne aveva avuto bisogno. Scruto il suo rivale.

“Come siamo arrivati a questo?”, gli chiese Aerk allargando le braccia quasi in segno di resa; “non voglio combattere con mio fratello.”

“Voglio il tuo posto fratello. Quando sarai morto il problema sarà risolto.”

Non c era un minimo di sentimento nel tono con cui disse quella frase; fu peggio di un colpo di spada alle spalle.

Ognuno dei due studiava l altro. E attendeva. Un movimento delle dita, uno sguardo,  un mezzo sorriso. Un segno che indicasse che l attacco era imminente. All improvviso Daert attacco cercando di colpire al  fianco Aerk che si potesse  con lo scudo rotondo di legno dal quale partirono diverse schegge. L altro contattacco affondando la lunga lama a foglia nella gamba. Daert gridò di dolore. Aerk passo oltre il sangue macchio il verde. …

Ancora più furioso di prima si riscaglio trascinando ls gamba sanguinante “ti porterò con me!”, gridò Daert e Aerk rimase stupito e terrorizzAto da quella rabbia chissà da quando se la teneva dentro!

Mentre le lame continuavano a scontrarsi producendo scintille gli zigomi si contavevano scoprendo i denti.

A un tratto, mentre la battaglia era al suo culmine, una sottile foschia nera si materializzo salendo dai fili d erba; si raccolse nell aria ondeggiando. Un onda attraverso le onde che divennero più Nere del Nero.  L erba si secco e avviżzi mentre dalla foschia presero lentamente forma le dita artigliate di una mano. Nere più del Nero.

Prima si formarono le dita, seguite dal palmo e la mano. La foschia creò un avambraccio sinistro mentre si materializzava una funerea figura che strinse le dita dell altra mano intorno a una falce d’ ombra dalla lama stretta e arcuata che riducette al sole.

Il sangue che colava dalla ferita aperta iniziò a congelarsi sotto gli occhi incredulie terrorizzati di Aerk e Daert.

Quando l onda di cristalli turchesi raggiunse la carne, penetrò nella ferita e essi si tinsero di rosso.

Daert crollò in ginocchio per l indescrivibile dolore mentre il fratello si frapponeva fra lui e la presenza  … “non sono qui per te Aerk. Non è ancora il tuo momento. ”

“No!”

Mentre incedeva a ogni forma di vita si fermava il cuore: l erba,  gli alberi, gli uccelli che volavano stramazzavano al suolo.

I guerrieri sentivano battere i loro cuori all unisono mentre il respiro diventava più rapido e il sudore scendeva su tutto il corpo  ….  che si cristallizzava all istante in sfere di cristallo ghiacciAto.

“Fratricida”, disse la presenza indicando con l indice Daert.

La figura inizio a muovere lentamente le dita a artiglio. … Daert  sentì all improvviso una morsa gelida dentro di sé.  La sentiva nel petto si tolse la tunica che finì sull erba , “cosa mi stai facendo?”, terrore sul volto.

Le dita ruotarono verso il basso e contemporaneamente Aerk sentì un suono secco mentre il fratello  stramazzo al suolo.

L ondata di cristalli muto dal azzurro attraverso il rosa divennero rosso scuro e infine quando raggiunse il corpo del caduto neri pulsanti di rosso.

Aerk si allontanò terrorizzato e fece per colpire la sinistra presenza ma senza distogliere l attenzione da Daert la lama arcuata attraverso l aria diretta verso la sua testa  … “non intrometterti in un Disegno già tracciato” lo ammoni.

L altro lascio cadere la spada e si inginocchio, “perdona mia Signora”; Aerk non rialzo la testa finché sentì il gelo sulla pelle.

Un grido prolungato  … un unico atroce grido disperato e poi …. solo silenzio.

Quando Aerk rialzo timidamente lo sguardo si accorse che erano entrambi scomparsi nel nulla. E tutto era congelato …

Qualche tempo dopo fu nominato comandante dell armata.

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